È credenza comune del pensiero sia maschile che femminile che le arti marziali in generale, quindi anche il Taekwondo, siano riservate agli uomini perchè ad essi più congeniale soprattutto da un punto di vista fisico.
La colpa di questo è da imputare principalmente alla cattiva pubblicità che da sempre i mass-media hanno riservato a queste antiche discipline: arti di offesa prima che di difesa, legate ad ambienti, a personaggi, a situazioni moralmente discutibili e violente.
Quando si parla di Taekwondo la prima cosa da tenere presente è che esso ha compiuto il definitivo passaggio da arte marziale ad attività sportiva, passaggio consacrato dal riconoscimento a disciplina olimpica ufficiale: esso è uno sport a tutti gli effetti e come tale viene insegnato nelle Società Sportive affiliate alla F.I.TA.
Si tratta fondamentalmente di uno sport di combattimento ma ciò non lo rende un'esclusiva maschile, anzitutto perchè favorisce uno sviluppo fisico armonico ed è perciò consigliabile a chiunque.
Inoltre conferisce gradualmente sicurezza sia a livello psicologico che fisico, pur non trattandosi della classica tecnica di autodifesa: l'insegnamento del Taekwondo è l'insegnamento del movimento, del perfezionamento della coordinazione motoria, del controllo delle proprie reazioni.